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Una prospettiva scientifica sulle microplastiche in natura e nella società
Le migliori prove disponibili suggeriscono che le microplastiche e le nanoplastiche non rappresentano un rischio diffuso per l'uomo o per l'ambiente, tranne che in piccole tasche. Ma le prove sono limitate e la situazione potrebbe cambiare se l'inquinamento continua al ritmo attuale.
Questo è il verdetto del Evidence Review Report di SAPEA sull'inquinamento micro e nanoplastico, pubblicato nel gennaio 2019. La relazione è redatta da un gruppo di esperti di livello mondiale nominati da accademie di tutta Europa e informa il parere scientifico 6 del gruppo di consulenti scientifici principali della Commissione europea.
Che cosa dice il rapporto?
La relazione esamina in modo esaustivo le migliori prove disponibili provenienti dalle scienze naturali e dai modelli informatici, nonché dalle scienze sociali, politiche e comportamentali.
Le conclusioni principali sono:
Le microplastiche -- minuscole particelle di lunghezza inferiore a 5 mm -- sono già presenti nell'aria, nel suolo e nei sedimenti, nelle acque dolci, nei mari e negli oceani, nelle piante e negli animali e in diversi componenti della dieta umana.
Queste particelle provengono da una varietà di fonti, tra cui prodotti in plastica, tessili, pesca, agricoltura, industria e rifiuti generali.
In esperimenti controllati, è stato dimostrato che alte concentrazioni di queste particelle causano danni fisici all'ambiente e alle creature viventi, tra cui indurre infiammazione e stress.Tuttavia, i livelli di concentrazione misurati in molte località del mondo reale sono ben al di sotto di questa soglia - anche se ci sono limitazioni nei metodi di misurazione attualmente disponibili.
Nel frattempo, in altri comparti dell'ambiente, non vi è alcuna prova affidabile sui livelli o gli effetti di queste particelle. Questo è vero soprattutto per le nanoplastiche, che sono molto difficili da misurare e valutare.